screenshot dal video di zig zag
telegatty è grandi videoclip e testi piccolissimi. il gran premio galà della tv di youtube assegnato da telegrammy. ogni riferimento a statuette feline e concorsi anni ottanta è puramente casuale.
in un momento in cui i video epici sono all’ordine del giorno (tra quelli usciti di recente, penso al nuovo singolo di little simz o al corto di 13 minuti dei car seat headrest), a sto giro è andata così: ho perso la testa per una clip in cui a conti fatti non succede granché.
fatto sta che alle volte al valore di un’opera contribuisce in modo determinante anche il suo negative space1, come nel delicato equilibrio tra pieni e vuoti nelle sculture di henry moore e barbara hepworth.
quello che si vede nella clip di zig zag è una piattaforma di legno sospesa nel vuoto e avvolta nell’oscurità su cui si muove a passi più o meno incerti il rapper ritchie with a t - metà del duo by storm insieme al producer parker corey, che ha anche diretto il video.
quello che non si vede nella clip di zig zag è stepa j. groggs, rapper di phoenix, arizona, scomparso nel 2020 all’età di 32 anni, che insieme a ritchie with a t e parker corey formava l’acclamato gruppo alternative hip hop degli injury reserve.
quello che forse vedranno solo i fan degli injury reserve nella clip di zig zag è un riferimento più o meno esplicito a un’altra struttura di legno, un letto, presente nel precedente video dei by storm: il toccante bye storm/double trio, con cui ritchie with a t e parker corey hanno omaggiato il compianto amico e compagno di gruppo, mettendo ufficialmente un punto al trio degli injury reserve e aprendo il nuovo percorso in duo.
in un’intervista molto bella con
in occasione della premiere del (doppio) video di bye storm/double trio, si trovano diversi spunti per poter fare un po’ di chiarezza su quell’oscurità che avvolge, letteralmente e metaforicamente, il video di zig zag. si parla, con tatto ma anche con una certa dose di leggerezza, del cambio di nome del progetto, dell’elaborazione del lutto, di rinascita.alla luce di tutti questi elementi che non si vedono, ma ci sono, nel video di zig zag, si percepisce ancora meglio la profondità di una clip in cui a conti fatti non succede granché. tra le barre frammentarie di ritchie with a t e i beat nevrotici di parker corey, che dopo un’intro delicata portano all’improvviso il pezzo verso una dimensione cara a billie woods, elucid e compagni, si cela un inno di una fragilità disarmante.
quel “you can’t go zig-zaggin', zig-zig-zig-zig-zaggin', through the moon” ripetuto con insistenza nel chorus potrebbe essere una riflessione amara di chi ha provato ad annebbiare i suoi dolori nel fumo (la “zig zag” è una marca di cartine molto celebrata dall’hip hop statunitense; going to the moon è tra le altre cose un sinonimo di getting high). o forse è solo una presa di coscienza di chi ha capito che continuare a fare slalom tra i suoi traumi non lo salverà.
dopo che il mondo ti crolla addosso, anche se faresti di tutto per evitare di fare i conti con le macerie, alla fine arriva la consapevolezza che per andare avanti bisogna farsi coraggio e prendere la questione di petto. serve sporgersi dall’orlo della piattaforma di legno sospesa nel vuoto e avvolta nell’oscurità per guardare dritto dentro quell’abisso, cercando di restare in bilico, senza cadere. perché è proprio da quell’abisso che bisognerà in qualche modo ripartire per potersi rialzare: non ignorandolo, ma accettandolo, facendolo diventare una parte di sé.
come nel delicato equilibrio tra pieni e vuoti nelle sculture di henry moore e barbara hepworth. o come quando all’inizio dell’intervista con harmony holiday, ritchie with a t e parker corey si siedono sul divano e senza rendersene conto lasciano per una manciata di secondi uno spazio libero per una terza persona. una persona che non si vede più nelle loro vite e certamente non nel video di zig zag, ma che se guardi bene in realtà c’è ancora. stop.
telegrammy è grandi dischi raccontati con testi piccolissimi. musica e parole selezionate con cura. telegrammy non è sui social. se sei qui è grazie (ai tuoi gusti musicali pazzeschi e) al passaparola. per inviare i telegrammy a chi vuoi bene inoltra questa mail o manda questo link. stop.
e a proposito di negative space: ogni scusa è buona per segnalare di nuovo questo video di hiro murai.
sapevo solo parte del contesto, e ora mi sono commosso, mannaggia a te(legrammy)