l’altro giorno mi è successa una roba che ha dell’incredibile. stavo riordinando la collezione dei mercatiny, quando da un disco di battiato in tedesco è caduto un foglietto ingiallito con su scritto: “hamid el shaeri - lahzet louqa”.
di seguito una rapida carrellata degli eventi che si sono succeduti: ho googlato, google mi ha risposto “è un cantante libico-egiziano”. sono andato su youtube, youtube mi ha risposto “è una canzone del ‘94”.1 ho ascoltato il brano, il cuore mi ha risposto “dai, rimettilo da capo”.
considerando che tutto l’universo obbedisce all’amore eccetera eccetera, stavo per eseguire la richiesta senza opporre resistenza, quando è accaduto l’inspiegabile. il disco di battiato ha cominciato a lievitare, i granelli di polvere accumulati sulla copertina si sono messi a ronzargli intorno come anelli di un pianeta e l’immagine bidimensionale del maestro ha preso vita, rivolgendomi le seguenti parole: “hai attivato il genio della musica, bravo. hai diritto a un desiderio musicale”.
io che avevo letto da poco l’ultimo my tunes su rumore avevo la risposta prontissima, nonostante lo shock per l’avvenimento surreale: “maestro, vorrei saper scrivere come maurizio blatto”. al che lui, severo ma giusto, mi fa: “ho detto un desiderio, non un miracolo”. al che io, che un po’ me l’aspettavo, ho ribattuto con un desiderio di riserva: “maestro, vorrei poter ascoltare la musica con attenzione anche mentre lavoro”. al che lui, severo e un po’ ingiusto, mi fa: “ma pensa a lavorare, sfaticato”. al che io, per paura di spazientirlo, ho formulato in fretta e furia un terzo desiderio: “maestro, vorrei un bel disco da ascoltare in pausa pranzo, sa, quando non lavoro”. e lui: “si può fare”.
dalla copertina sospesa a mezz’aria è spuntato un altro foglietto ingiallito con su scritto due volte “nyron higor”. poi il disco di battiato e i granelli di polvere che gli orbitavano attorno sono caduti a terra con un tonfo solenne. io, ancora un po’ scosso per il disco volante, l’apparizione del maestro eccetera eccetera, ho raccolto il foglietto e ripetuto la ricerca.
ho googlato, google mi ha risposto: “è un musicista brasiliano”. ho aperto bandcamp, bandcamp mi ha risposto “è un album uscito il 31 gennaio”. ho ascoltato l’album, rigorosamente in pausa pranzo, e ho pensato che certe volte la musica sembra arrivare qui da noi da un universo lontano: canzoni come frammenti di sogni, melodie dolci e percussioni morbide dai nomi fantastici, ganzá, caxixi, molho de jatobá. voci soavi che pronunciano parole che non conosco e non capisco, ma che parlano proprio con me, poi chitarre appena appena accennate e suoni ovattati del cosmo, e inevitabilmente un fender rhodes.
“dai, rimettilo da capo”. stop.
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non me la sento di escludere la possibilità remota di non aver scoperto la bellissima canzone di hamid el shaeri con un foglietto ingiallito caduto da un disco di battiato in tedesco, ma grazie a questo mix di j.caesar su foundation.fm, che nel dubbio ringrazio di cuore.
foglietto ingiallito is the new algoritmo. stop.
Wow, che disco. Quando sei convinto di aver coperto tutto un mese, arriva ‘grammy in scivolata con sta delizia. Devo cominciare a pregare Blatto anch’io, mi sa.