Derya Yıldırım & Grup Şimşek - Yarın Yoksa

e una promessa che non verrà mantenuta

l’arrivo della primavera ad amburgo è una promessa dolcissima che tutti sanno non verrà mantenuta.

il primo tiepido raggio di sole primaverile che mi accarezza distrattamente la pelle - pallida, pallidissima, come il fazzoletto scolorito che si intravede a malapena tra le nuvole e che i più arditi ancora chiamano cielo - quasi mi spiazza, strappandomi da un inverno durato chissà quanto. di riflesso, i muscoli tesi del viso si rilassano ed è bellissimo perdersi in questo incantesimo. chiudo gli occhi e sono a chilometri e chilometri di distanza: case basse a ridosso della spiaggia, una lingua sconosciuta che diventa familiare. da una radio scassata di un bar si affaccia sulla strada un suono morbido e nostalgico che avvolge le persone, le piante, i gatti randagi che si nascondono nei vicoli, le auto pigre che costeggiano il lungomare. inseguo quel suono antico, a tratti sintetico, ora gioioso ora così malinconico, infilandomi in un negozio di dischi. mi viene da cercarlo in mezzo a “up and away” di σtella, gli altın gün e “charm” di clairo, ma quello sfugge e non si fa trovare. finisco per distrarmi e comprare un vinile a caso di el michels affair, che tanto non si sbaglia. il commesso, gentilissimo, guarda il disco e finiamo a parlare con gli occhi lucidi della big crown, che tanto non si sbaglia. sta per consigliarmi il titolo dell’ultima uscita dell’etichetta, quando uno spiffero gelido arrivato da chissà dove mi sveglia bruscamente da quel sogno di una mattina di inizio primavera, riportandomi senza troppe smancerie al cielo scolorito del nord europa come il peggiore dei voli low cost.

ogni anno la stessa storia: l’arrivo della primavera ad amburgo è una promessa dolcissima che tutti sanno non verrà mantenuta. a fine marzo, tre giorni assolati di fila ti illudono che l’inverno sia finito, poi magari nevica ad aprile. stavolta però sento che sarà diverso: forse ho trovato la primavera nell’ultimo disco della big crown. stop.

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