thumbnail del video “kendrick lamar. super bowl lix halftime show”
telegatty è grandi videoclip e testi piccolissimi. il gran premio galà della tv di youtube assegnato da telegrammy. ogni riferimento a statuette feline e concorsi anni ottanta è puramente casuale.
è il 2017, è londra nord, è il club the garage, è un divanetto rosso di pelle, ora che ci penso molto simile a quello dell’hafenklang di amburgo. solo che a sto giro invece che con bill ryder-jones sto parlando con salmo. tra una cosa e l’altra, a un certo punto nominiamo anche “to pimp a butterfly” di kendrick lamar, uscito appena due anni prima, ma già considerato una specie di classico.
ricordo questo dettaglio della conversazione perché poco dopo mi sono trovato a commentare lo stesso disco con un altro ragazzo italiano, appassionato di rap, anche lui lì per intervistare salmo prima del concerto londinese. la sua opinione su quello che io oggi definirei uno dei miei album da isola deserta era grossomodo questa: “per me “to pimp a butterfly” è come un quadro da appendere in salotto. lo metti là perché fa bella figura con gli ospiti, ne apprezzi l’estetica, ma non è certo il tuo preferito”.
ora io non so che rapporto ha ognuno con l’arte e le stanze di casa sua, ma per me appendere un quadro in salotto solo perché fa bella figura con gli ospiti genera più o meno la stessa reazione di “a rapper with a ghostwriter”, per dirla con un verso di king kunta. verso che già nel 2015 si diceva fosse diretto a drake, ma che quasi un decennio più tardi suona come una carezza, considerando tutto quello che i due si sono detti in primavera.
a proposito del beef dell’anno: la clip di dave free con cui il rapper di compton ha annunciato la sua presenza al prossimo super bowl è senza dubbio il tassello più elegante - e direi interessante - di una faida che ha raggiunto molto in fretta un livello estremo di tossicità.
nel minuto e mezzo scarso di video in questione ci sono così tanti elementi da poter analizzare che cole cuchna di dissect ci ha costruito un episodio da 41 minuti. se l’inglese non è un problema, consiglio l’ascolto perché ci sono un sacco di dettagli assurdi da scoprire. in ogni caso, al netto delle teorie più fantasiose, credo che le parti più clamorose del video siano queste qui:
la bandiera americana gigante
un riferimento a una scena del film patton, sulla seconda guerra mondiale. il generale che dà il nome alla pellicola rivolge ai soldati americani un discorso solenne per prepararli all’invasione della francia. alle spalle ha un’enorme bandiera degli usa. qui, oltre al tema evidente del nemico da sconfiggere, torna l’accusa a drake visto come il “colonizzatore” di una cultura (il rap americano) che a detta di lamar non gli appartiene e che non rispetta. c’è poi la volontà di ridicolizzare il modo in cui l’artista canadese si presenta in the heart part 6 (“i am a war general/seasoned in preparation/my jacket is covered in medals, honor and decoration”).
“wear your best dress too, even if you’re watching from home”
perché mai uno dovrebbe vestirsi elegante per seguire il super bowl dalla tv? oltre alla presa in giro a drake (che resta a casa) e alla sua abitudine di postare foto degli outfit sui social, qui l’host di dissect cita una teoria interessante: e se il “best dress” fosse quello che ci si mette al funerale? in questo caso il riferimento sarebbe doppio: il colpo di grazia allo sfidante, ma anche i jazz funerals di new orleans (città della louisiana che ospiterà il prossimo super bowl) a cui magari si ispirerà l’halftime show di lamar.
la macchina spara palloni
chi è che si sta allenando con kendrick lamar? nella breve clip non si vede mai il giocatore che dall’altra parte dell’inquadratura sta provando ad acchiappare i palloni da football americano lanciati dalla jug machine, ma a questo punto ci siamo arrivati tutti: a chi, se non a drake, sta impartendo una lezione coach kenny? chi è che, nella canzone che ha dato inizio a tutto il casino, si sentiva più grande del super bowl e chi è che al super bowl ci si esibisce a febbraio?
riassumendo: estetica accattivante. dissing velato, intelligente e mai di cattivo gusto. pochi elementi scelti con cura e una marea di easter eggs e allusioni che if you know you know. l’annuncio di un halftime show che a suo modo ha già fatto storia e, come si intuisce/spera nel finale, un nuovo album o nuova musica in arrivo. che faccio, stampo un fotogramma del video e lo appendo in salotto? stop.
telegrammy è grandi dischi raccontati con testi piccolissimi. musica e parole selezionate con cura. telegrammy non è sui social. se sei qui è grazie (ai tuoi gusti musicali pazzeschi e) al passaparola. per inviare i telegrammy a chi vuoi bene inoltra questa mail o manda questo link. stop.
sto recuperando i post usciti mentre ero in Giappone, e secondo me qui Mr. Dissect deve sedersi e bere dell'acqua fresca. ma mai come chi dice che To Pimp A Butterfly è un disco da appendere etc etc. che gusti di merda ha la gente, diomio