un pomeriggio qualunque d'inizio estate, tra la fine dei '90 e i primi anni 2000. ho sette massimo otto anni o qualcosa del genere. sono in cortile a giocare a calcio con gli amici quando arrivano i miei genitori e mi dicono che quasi sicuramente sarei dovuto andare via. commissioni da fare, parenti da visitare e altre torture del genere. che significa quasi sicuramente? chiedo io con una faccia da funerale, pronto a legarmi a un albero pur di restare in cortile. ditelo con una percentuale! aggiungo a caso aggrappandomi alla matematica in assenza di altre valide alternative. e loro mi rispondono pure: 99 percento.
una sera qualunque d'inizio estate. tra la fine di giugno e l'inizio di luglio 2023. sono le sette massimo le otto o qualcosa del genere. sono sul divano a guardare a tempo perso sul telefono cover di dischi e bio di artisti su bandcamp quando un’immagine in bianco e nero di una sala giochi con gli arcade e una figura in penombra abbastanza inquietante sullo sfondo cattura la mia attenzione. leggo che è l'esordio di waterbaby, giovane artista svedese, e il mio cervello processa con pigrizia la combo copertina cupa-video games-svezia, facendomi credere che quasi sicuramente sarà una roba lo-fi, minimale e un po' fredda. aspe’ che significava quasi sicuramente? mi chiedo mentre sono in dubbio se avviare o meno il player. ah già: 99 percento.
99 percento? chiedo conferma in preda al panico, prendendo tempo in cerca di una soluzione, una via di fuga, che ne so. sì, 99 percento, mi dicono i miei impassibili, già avviandosi verso la macchina. maledetta matematica, sapevo che non avrei dovuto fidarmi, penso mentre mi rassegno a salutare i compagni, che tanto ho sette massimo otto anni che vuoi che devo fare. poi però succede che la macchina non parte, i miei devono rinunciare al pomeriggio di torture e io torno di corsa in cortile esultando come tardelli ai mondiali dell'82.
dopo un secondo d'esitazione mi convinco che premere play e continuare a scrollare è forse il miglior compromesso per assecondare la curiosità nata da quella copertina e prendere tempo in cerca di un'alternativa più adatta al periodo dell'anno, un disco in spagnolo, che ne so. poi però succede che invece della roba minimale e un po' fredda sembra di ascoltare sza che si chiude in cameretta a rifare la discografia di frank ocean in chiave bedroom pop. e non so se è perché "foam" è un disco brevissimo ma intenso, in equilibrio tra desiderio, leggerezza e atmosfere nostalgiche un po' weird. se è perché i testi e le melodie di waterbaby sono di un'immediatezza disarmante, senza scadere nel superficiale. o se è perché in 911 - che è il numero d’emergenza negli stati uniti e canada - ha tirato fuori un ritornello killer mettendosi a imitare il suono dell'ambulanza, ma a me verrebbe voglia di alzarmi di corsa dal divano esultando come tardelli ai mondiali dell'82. invece mi limito ad alzare il volume a palla ogni volta che parte call me when you need someone/i could be your 911/we-ooh, we-ooh, we-ooh, we-ooh.
il mio disco dell'estate, dalla svezia. stop.
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