Ai fan piace anche/8
un podcast, due italiani all'estero e un viaggione strumentale sulle rive del tamigi
foto: cover di “boundary” di sara persico via bandcamp
ai fan piace anche è più o meno la versione boomer dell’algoritmo di spotify e compagni. esatto, un consiglio. funziona così: suggerisco degli artisti emergenti che mi piacciono e li affianco ad artisti meno emergenti che mi piacciono. io ne scelgo due e uno lo sceglie la redazione di FRIDAY., un bel podcast che parla di musica nuova. stop.
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ascoltando il primo episodio di rimbalzati al berghain (rab) - il nuovo podcast di bawrut e giovanni coppola entrato a gamba tesa nella listona delle risorse musicali di telegrammy - mi è venuta un gran voglia di spulciare la line up del nyege nyege 2023. mi ci è voluto un attimo un viaggio (virtuale) in uganda per scoprire il talento di sara persico, sound artist italiana di base a berlino. “boundary” è un rally di elettronica massiccia e sperimentale dove a fare da pilota è la voce dell’artista, distorta e modellata in modo imprevedibile, come a volerne testare quel limite suggerito nel titolo dell’ep. poi come copilota ci vedrei benone caterina barbieri, il gps è “conduit” di coby sey e l’autoradio passa sophie a palla, ma ogni tanto anche l’esordio dei duma.
restiamo in ambito di artisti italiani all’estero con luca di maio, che lo scorso 1 dicembre ha pubblicato dall’olanda l’ep “songs for the mean and the vile”, coprodotto con sergio salvi dei delaporte. le liriche cupe delle quattro canzoni del disco (a cui se ne aggiungerà una quinta con la voce di mark lanegan non appena la famiglia dell’artista ne autorizzerà la pubblicazione) avvolgono come una nebbia sottile un fitto bosco di arrangiamenti elettronici. se l’intro di my falling wave starebbe benone accanto a un remix di everyday robots di damon albarn, la successiva rubber kid legge in chiave più scura la produzione di sega bodega, prima di rilasciare la tensione accumulata nell’esplosivo feat in inglese con fabiana martone dei nu genea.
a friday piace anche
quattro amici di londra si trovano a jammare il sabato pomeriggio: arpeggi elettrici, riverberi, post-rock sciolto nell’acido e appoggiato su una sezione ritmica jazz-adjacent. vengono fuori brani senza nessuna voce, ma con tante melodie. i dog unit sembrano i godspeed you! black emperor che suonano cover degli spiritualized in un trip di lsd.
telegrammy è grandi dischi raccontati con testi piccolissimi. musica e parole selezionate con cura. telegrammy non è sui social. se sei qui è grazie (ai tuoi gusti musicali pazzeschi e) al passaparola. per inviare i telegrammy a chi vuoi bene inoltra questa mail o manda questo link. stop.