5 grammy: centralini al reeperbahn 2023
ho parlato di festival, al festival, con alice salvalai di equaly
foto via keychange
5 grammy è grandi festival e testi piccolissimi. una rubrica speciale di telegrammy che funziona così: una mail al giorno per cinque giorni durante la settimana dell’evento in questione. qui ci sono le altre puntate sul reeperbahn 2023 di amburgo. per la puntata di oggi ho adattato un altro format della newsletter, centralini, al festival. stop.
la prima volta che ho incrociato alice salvalai è stato a un festival italiano nel 2017. la seconda volta è stato ieri pomeriggio al reeperbahn, a sei anni di distanza dalla prima. non era lì (solo) in qualità di spettatrice. tra le mille esperienze accumulate negli ultimi 15 anni e passa di attività nell’industria musicale, rientra anche il coordinamento del movimento keychange in italia, che l’ha portata in belgio, svezia e qui ad amburgo per una serie di attività sul tema dell’uguaglianza di genere nel mercato della musica.
avendo concluso da poco la parentesi del keychange, alice continua a occuparsi di gender equality e inclusione sociale con equaly, la prima impresa in italia dedicata alla lotta contro le disuguaglianze nella musica. ho allora approfittato dell’incontro al reeperbahn per parlare di festival con una professionista del settore, collegando ogni domanda a un evento in particolare. che se non lo facevo adesso poi magari passavano altri sei anni prima del prossimo incontro. stop.
sei attiva nel settore della musica dal 2006 e hai lavorato anche in ambito di festival, per esempio con il linecheck di milano. di cosa ti occupavi?
ho cominciato nel 2016 come guardarobiera, poi dal 2018 ho iniziato a lavorare come project manager per music innovation hub, la società che ha prodotto il festival. seguivo i principali partner e sponsor di settore dell’evento - come per esempio fuga o smartit - e lavoravo con i cosiddetti networking partners, tra cui le varie reti come keepon o shesaid.so. nel concreto, gestivo sia la loro visibilità all’interno del festival che i contenuti brandizzati che volevano portare all’evento. quindi panel o workshop che in parte illustravano i servizi offerti dalle imprese sul mercato musicale e in parte erano dialoghi con stakeholder o utenti che sollevavano delle discussioni su temi inerenti a questi servizi.
in italia il format della music conference come quello proposto al linecheck è complicato perché fino a qualche tempo fa non si percepiva nemmeno l’utilità di partecipare a un evento del genere. quindi devo dire che queste aziende sono state lungimiranti nell’investire in un progetto del genere e nell’usare il festival come possibile vetrina. questa cosa a lungo andare ha pagato, dato che queste imprese si sono poi affermate sul mercato anche grazie alla presenza al linecheck.
da quando ha lanciato il claim del “new normal” nel 2019, il primavera sound di barcellona si è impegnato a eliminare il gender gap dalla sua programmazione. tu che ne pensi del sistema delle quote?
penso che siano un buon punto di partenza, perché quella piccola forzatura che le quote di genere introducono (in qualsiasi settore) può accelerare un cambiamento culturale che altrimenti da solo avverrebbe 15 anni dopo. invece per avere una maggiore rappresentazione è necessario che il cambiamento avvenga in tempi più rapidi. bisognerebbe poi muoversi nell’ottica dell’andare al di là del 50 e 50, perché i generi non sono due. quindi relegare la moltitudine di identità non maschili al 50 percento è sicuramente riduttivo.
detto ciò, sul fatto che le quote di genere siano la soluzione ideale, secondo me no. molti le stanno percependo come una forzatura e - anche se trovo che la situazione sia ancora drammatica - forse anch’io penso che pian piano si debba lasciare andare questa formula. perché è senza dubbio un primo passo, ma a cui poi deve seguire un’evoluzione. ti faccio l’esempio dei panel sull’uguaglianza di genere nella musica italiana: prima chiamavano le donne a parlare di questo problema, adesso per fortuna chiamiamo le donne a parlare di ciò che fanno nell’industria musicale.
restando in tema di superamento delle disuguaglianze nell’industria musicale: mi racconti alcuni progetti a cui hai lavorato come parte del direttivo di equaly?
per quanto riguarda le line up dei festival, ogni anno monitoriamo con una ricerca il fenomeno del disequilibrio di genere. abbiamo organizzato anche dei progetti di formazione aziendale, come quello con believe, dedicati a temi che non riguardano solo l’uguaglianza di genere, ma anche i ruoli di genere e come si crea un ambiente di lavoro non conflittuale. un altro progetto a cui tengo molto, ideato insieme a italia music lab, è fight for your right [to party]: una campagna contro ogni tipo di abuso nei club che abbiamo sviluppato con i promoter, appoggiandoci a keepon e alla rete arci. ora, sempre con keepon, stiamo anche lavorando a il concerto che vorrei, un percorso per rendere i concerti più accessibili da un punto di vista di identità di genere, disabilità e inclusione sociale.
arriviamo al reeperbahn festival di amburgo, a cui stai partecipando con il movimento keychange. in che consiste?
è un progetto annuale dedicato alla gender equality e allo sviluppo di talenti nell’industria musicale. ogni anno vengono selezionate 74 persone appartenenti a generi sottorappresentati - come direbbero in inglese: gender expansive people - ovvero persone che non sono maschi cisgender e che perciò hanno avuto meno occasioni di essere rappresentate o comunque di trovare un proprio spazio nell’industria musicale. queste persone vengono poi ospitate da uno dei festival della rete. io per esempio sono andata al way out fest di göteborg in svezia e ho partecipato a delle sessioni di focus group sia sul tema della rappresentanza, ma anche su problematiche strutturali relative all’industria musicale, cercando poi di ragionare su possibili soluzioni.
in questo senso, ogni anno chi viene selezionato entra a far parte di una rete di addetti ai lavori con cui si svolgono attività di formazione e apprendimento. oltre all’ospitata del festival, si organizzano poi due meeting annuali: uno a febbraio a bruxelles e uno a settembre qui al reeperbahn, che è l’evento di chiusura. in tutto, ci sono 14 festival e più di 600 organizzazioni a livello globale che hanno firmato il cosiddetto keychange pledge - il manifesto frutto delle attività del progetto - impegnandosi concretamente su un obiettivo che ha a che fare con l’uguaglianza di genere.
è venuto il momento di tirare fuori il fyre delle bahamas, ormai simbolo di festival catastrofico. mi racconti un’esperienza disastrosa che hai avuto a un festival o a un concerto?
in italia un problema molto grosso ai concerti riguarda la mobilità: si scelgono location per fare festival o grandi eventi di musica dal vivo senza poi pensare a come gestire tutte le persone quando dovranno andare via. mi è successo di recente di averci messo due ore per poter uscire da una città italiana in cui era stato organizzato un grande concerto. io ho delle disabilità invisibili che a volte diventano anche motorie, quindi è stato un incubo dover camminare due ore (in estate, tra l’altro) per recuperare la macchina, dato che non poteva essere parcheggiata vicino all’area dell’evento.
te ne dico un’altra: ho chiesto a un festival internazionale se potevo avere un accesso per persone con disabilità e loro mi hanno risposto che non c’era nessun problema, ma che il mio accompagnatore rischiava di non avere il posto garantito nell’area disabili. in italia c’è stata da poco una grossa polemica al riguardo, in occasione del concerto di taylor swift a san siro dove i posti per persone con disabilità erano pochissimi rispetto alla capienza totale.
chiudiamo con una nota positiva: dal 2015 le guess who? di utrecht seleziona artiste e artisti e gli affida la curatela di una parte del programma del festival. immagina di dover scegliere tre artisti per l’edizione del 2024. chi chiameresti?
questa è veramente difficile eh. allora, per primo chiamerei le boygenius, perché per me hanno fatto il disco dell’anno. le ho viste dal vivo al way out west ed è stato incredibile. per restare in tema di concerti bellissimi, direi pongo, vista ieri qui al reeperbahn. poi o king krule o i jockstrap, perché non li ho ancora mai visti dal vivo. ah, posso dire come bonus che vorrei una reunion dei talking heads?
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